In questo periodo non ho moltissimo tempo per scrivere, anche se prendo appunti sulle cose che vorrei raccontare (ciò suoni da incoraggiamento a chi, cosa molto improbabile, attendesse con ansia sempre nuovi post su questo blog).
Nel frattempo mi limito a citare l’articolo apparso su Nazione Indiana: Editoria digitale, ebook e mercato italiano.
È interessante, vale la pena leggerlo e farci due ragionamenti sopra.
Una domanda su tutte: la nuova editoria digitale può essere una valvola di sfogo per aspiranti redattori e altrettanto aspiranti scrittori, traduttori e illustratori, oppure no?
A presto.
Aggiornamento: leggendo i commenti all’articolo di NI ho trovato molto interessante anche questo articolo qui, che parla della crisi della piccola editoria e del ruolo del web.
Se è solo una valvola di sfogo, è molto meglio allenarsi per la maratona, fare volontariato sull’ambulanza eccetera.
🙂
Come il print-on-demand, l’editoria digitale diventa un canale che si affianca agli esistenti e trasforma il modo di leggere e pubblicare. Purtroppo non cambia il modo di farsi leggere, che è basato sulla disponibilità e dedica di tempo da parte di una persona 🙂
Commento di jan — 26 ottobre 2009 @ 5:41 PM |
E non cambierà nemmeno la tendenza a sminuire e a sottovalutare il lavoro di chi fa materialmente il libro. Ultimamente su Anobii ho letto alcune discussioni di aspiranti editori e piccoli editori in crescita sui problemi che si devono affrontare per aprire una casa editrice. I lavoratori non vengono mai, dico, mai presi in considerazione. Si liquida il tutto con: “Ho i miei collaboratori esterni”. Esterni? Che casa editrice vuoi mettere su se chi fa materialmente i tuoi libri è sempre e solo esterno? Fra un paio di giorni ci scrivo un post su questa cosa che mi manda in bestia!
Commento di Denise — 27 ottobre 2009 @ 12:09 PM |